mercoledì 4 luglio 2007

Einmal ist keinmal

"Ripensava alle ore appena trascorse e gli sembrava che da esse si effondesse un profumo di una qualche sconosciuta felicità"
questa è la frase, tratta dal libro di Kundera, che mi viene in mente dopo l' esperienza che ho appena vissuto. Roma, in questo periodo è invasa di manifestazioni, tra cui Villa Celimontana jazz Festival. E' da poco che mi sono avvicininata a questa "tipologia" di musica. L'ho sempre considerata d'elite, di nicchia, per pochi eletti che capivano. La prima reazione è stata quella della pioggia, una pioggia di musica. E mi sono detta: allora non è vero che il jazz e le musiche ad esso collegate sono appannaggio esclusivo di ammuffite ed erudite cerchie elitarie che vogliono darsi arie di alternativo, si tratta di forme d'arte apprezzabili da tutti e che possono raccogliere indifferentemente il consenso del vecchio collezionista di dischi, del ragazzino che inizia a suonare la chitarra e dell'abbonato al teatro dell'opera. E infatti era così. Tutta la platea era immersa nel quintetto di Dave Holland. Tutto quello che accadeva sul palco era avvolto da un'aurea speciale, vibrante, come se non fossero legate a quello che succedeva intorno, non avevano relazione con il tempo. Ho iniziato con una frase dell'Insostenibile leggerezza dell'essere, credo che questo libro sia molto jazz, e quindi finisco finisco questo post con un'altra:

"la sensualità è la mobilitazione massima dei sensi: si osserva intensamente l'altro e si ascolta ogni suo suono."

3 commenti:

Unknown ha detto...

Quelle cerchie elitarie di "erutidi", di cui sono spesso piene le platee dei concerti Jazz, sono quanto di più lontano dallo spirito del Jazz ci sia sulla terra. Ed allontantano la gente da questa musica perchè ti fanno sentire una merdaccia sparando nomi, registrazioni in club americani che solo loro posseggono ecc. ecc.

aroti ha detto...

io adoro il jazz in tutte le sue forme e manifestazioni.
è caldo ed accogliente,avvolge ed anima una serata anche davanti il camino.


s.b: élites o no, il jazz piace a quelli che ci capiscono e a quelli che non capiscono le note..ma la musica è sensazione ed emozione: è giusto che la si viva ciascuno in cuor suo.

Thirthy ha detto...

SB: infatti è quello che penso io. Ma poi seduta davanti ai compesitori e alla loro magia mi sono ritrovata immersa in un mare di colori e sensazioni "escludendo" i presenti.

Ape: si è veramente bello, e in questo periodo Roma è jazz!