mercoledì 31 ottobre 2007

Dolcetto o scherzetto?



Decisamente dolcetto!
Ieri sera la mia migliore amica è partita. Trasferita. Dopo 25 anni di pianerottolo, sopportazioni, pianti e camomille in pigiama post cena ha deciso di trasferirsi in Inghilterra. Naturalmente con tutta la sua famiglia. Tranne me.Che però ho già comprato il biglietto aereo per gennaio. Non amo i saluti con i lacrimoni e sapevo che sia lei che la sua mamma erano in preda all'impacchettamente degli oggetti, di vestiti e cianfrusaglie raccolte in 30 anni di vita. Quindi mi sono messa tra i fornelli a preparare un "dolce saluto".
Mescola qui, agita di là, sminuzza questo e tagliuzza quest'altro....tadààààà!!! Mi sono presentata al terzo piano del mio palazzo con la delizia qui a fianco fotografata, nonchè la mia torta preferita mega ciambellone al triplo cioccolato con noci e nocciole. Bomba calorica. Ma almeno ho cercato di mascherare le lacrime con la cioccolata!
Buon viaggio, e buon inizio della tua nuova vita amica mia. Qui ci sarà sempre il mio cuore ad aspettarti.
Ti voglio bene Sese

domenica 28 ottobre 2007

Le onde del vento



Ieri sono stata per la prima volta in una milonga, ho provato la sensualità del Tango. Ho avuto l'onore di fare la mia prima lezione di tango con il Maestro. Qualcosa di sublime, quasi intoccabile ma al contempo viscerale e passionale. E' bello riscoprire la coesistenza di queste due sensazioni totalmente opposte. Mi sono lasciata andare, così come diceva il maestro di tango, Javier.

Più che una lezione di tango è stata una lezione di "Amore" e sentimento. La cosa fondamentale nel tango sono gli otto passi, regole ferree che poi una volta acquisite devi dimenticare. Devi lasciarti andare ma non abbandonarti completamente, avere fiducia delle braccia che ti avvolgono ma rispettare te stessa. Javier mi sorreggeva, guidava, insegnava a volte mi sgridava perchè perdevo la posizione ma non mi ha mai mortificata. Dovevo seguire il suo torace che mi guidava in tutte le direzioni, e lui percepiva ogni mia perplessità, ogni errore, ogni movimento poco fluido. A un certo punto mi sono ritrovata a non percepire il mio corpo, era tutt'uno con il suo, occhi negli occhi, le labbra quasi si sfioravono. Anche se era la prima lezione, dimostrativa, mi ha fatto lavorare sulla postura, sulla camminata, sul baricentro e mentre ero concentrata su tutte queste cose non mi accorgevo che ballavo. Il mio corpo era fluido e il mio istinto mi guidava, ho chiuso gli occhi, mi sono lasciata guidare da Javier e la musica si impossessava dei miei passi...la musica mi possedeva con una corrente di sensualità mai sprigionata fino ad ora. Quasi meglio del sesso...

Lasciarsi andare senza cadere, ascoltare oltre le parole. Sospesa tra le sue braccia e la musica, mi sono sentita una piuma che discende seguendo le onde del vento.

venerdì 26 ottobre 2007

Ivan Segreto al The Place

Quando parla il cuore, la voce ha un suono diverso. Ha il ritmo della musica, la musica di Ivan Segreto è il sottofondo di questa notte. Un pianoforte pizzicato con allegria, parole cantate con speranza... le parole sono quelle giuste... si affilano come una coda armoniosa. Costruiscono il senso del discorso. Alla fine il discorso un senso ce l'ha davvero. Così la notte può entrare indisturbata nella stanza, e le ruote delle automobili si mischiano alle note. Viaggiatori sconosciuti verso mete che posso appena immaginare, ma la mente svolta verso altre direzioni. i fanali posteriori s'allontanano lasciano scie nella leggera foschia.
Quando suona Ivan le sue note parlano al cuore, qui ci sarà sempre qualcuno disposto ad ascoltarlo. Le sue canzoni parlano di tutto, e mai di niente. La musica scivola piano, fino al silenzio. Fuori, aumenta il volume della notte. Sembra come se qualcuno, tra i lampioni e le ombre, stia respirando. Lentamente, respira... perchè parla al cuore, e il cuore ci crede sul serio.
Non sono mai solamente parole. Ivan custodisce il cuore, lo accudisce e costruisce adoperando i mattoni dell'amore e il cemento della speranza, gli operai sono i sogni e chi vigila su tutto è la decisione.
Quando ascolto Ivan dal vivo sorrido. Quando mi parla al cuore, alla fine mi riempie di bello. Così, questa notte, io ci credo...e ho sorriso...

mercoledì 24 ottobre 2007

Mi viene da piangere...


Stavo salendo sul treno, la pioggia di stamattina mi ha accompagnato passo passo fino alla ferrovia, in mente un unico pensiero: "ma perchè non ho preso la macchina?"...i miei pensieri sempre mille e uno..Ad un tratto cerco di fare un passo per entrare nel treno, colmo di gente che urla, cerco di chiedere permesso e la voce non esce. A stento dopo un po’ sono riuscita a farfugliare qualcosa e mi senbrava di essere un pesce che boccheggia nell’acquario. La paura mi e’ presa…all’improvviso…la paura di soffocare la paura di morire come una cretina. E oplà, come se niente fosse mi ritrovo in terra con un mucchio di gente intorno che dice di fare largo, per far passare l'aria. Sono svenuta, come un allocca! Torno a casa, ma strada facendo mi sentivo molto meglio e decido comunque di andare in ufficio. Salgo in macchina, accendo, metto la radio, la cintura e parto. Non faccio mai il GRA perchè è una strada che mi spaventa, la gente l'ha preso per un circuito di formula 1... Passo per i Parioli, giro per lo zoo, piazzale clodio, via anastasio II, aurelia e poi raccordo dopo un paio di uscite arrivo in ufficio in sole 2 ore!! In ufficio e inizio a trafficare con il pc, il telefono ancora non funziona, e in men che non si dica arriva l'ora di pranzo. Torno e non mi ritrovo l'orologio... e le lacrime arrivano in gola. Forse mi è scivolato dal polso quando sono andata in bagno, o a mensa, o in macchina... ma non c'è da nessuna parte. Lo so che è solo uno status symbol (quello della foto), ma mi è stato regalato da mio fratello con il suo primo stipendio. E visto che ora è andato ad abitare dall'altra parte della città, e non viviamo più insieme, era come rimanere legati, almeno con il pensiero.
Ormai sono grande, e non posso piangere per questa "strana" giornata.
...ma a me viene da piangere.

martedì 23 ottobre 2007

Ladra di emozioni perdute

Oggi per me è un giorno colmo di emozioni. Ricordi lontani nel tempo...ma stretti nel cuore. Mon coeur, sto un pochino meglio. Certo non da sola. Da sola non ce la avrei mai fatta. Con l’aiuto di angeli sparsi qua e la. Con quello di Alessandra, anche se mi conosce da poco più di qualche anno e ci vediamo un paio di volte al mese... E, forse, con l’aiuto di me stessa.
Hai visto? Hai visto come sono brava, sono due giorni che non piango. E sono ben 4 giorni che riesco a tenere giù quello che mangio. Ormai ogni volta che si avvicina questo periodo entro in uno stato di preoccupazione, ansia e smarrimento...

Il dolore è diverso ora. Ora c’è pace.
Ho pianto la tua perdita 14 anni fa. Ora il dolore è più sano e ho la consolazione che non soffrirai mai più.

E te lo giuro, Mon coeur, non mi punirò più.

Mi farò bella oggi, e guardandomi allo specchio mi sentirò dire Olalà tu es tres belle aujourd'hui... Come facevi sempre. E sempre dopo quella frase mi venivi vicino e mi prendevi il mento tra le mani e mi davi un bacio sulla fronte. E io, oggi, lo sentirò quel bacio...

Povero nonno, con una nipote che bambolina non ha mai voluto essere ma è sempre stata un maschiaccio…

Ho rovistato tra le vostre foto, tue e della nonna, e qualcuna l’ho rubata come una ladra… Ladra di emozioni perdute.
Alcune le avevo già viste come quando voi passeggiavate tra i vicoli di Napoli vecchia! Ma mi spieghi che ci facevi tra l’orchestrina a Fabriano in piazza? E cosa ci facevi sul palco a ballare da solo?Eh?

Qualche volta piangerò ancora lo so, ma stasera brinderò a te, alla tua vita… alla tua esistenza. Perché oggi festeggerò il fatto che sei nato e tutto quello che mi hai donato.

Ti amo sempre. Ti amo per sempre. Ti amo da sempre.

venerdì 19 ottobre 2007

il volo di un Angelo



Sono passati poche settimane da quando Lina sospirava invano dietro gli occhi neri del suo Gianni. Eppure il gioco va avanti...sarà amore... Lina è convinta di amarlo, ogni volta che parla di lui il suo cuore sobbalza fino ad arrivare in gola. Non sente le sue parole, nemmeno i suoi strani ragionamenti anacronistici...lei rimane incantata dai suoi gesti, dalle piccole smorfie del suo volto che tanto le erano mancate e che ora aveva lì davanti a sé ma avvolte dalla consapevolezza che non sarebbero mai state sue perché incapace di comprenderle ad un tratto ciò che credeva le appartenesse per un ingiustificato diritto naturale le sembrava così distante, estraneo. Coscienza o paura? Coscienza di aver idealizzato un amore che non è tale o paura di soffrire. Da quando era tornata a sorridere con lui che senso ha credere che l'amore trovi la sua fonte nella sofferenza? Chi si ama deve sorridere e Gianni quando incontra Lina ha il volto di chi ha paura di sorridere perché il suo cuore non sa a chi deve appartenere, e fa fatica a mandare via quelle sue parole dai suoi pensieri. L'amore non è una scienza esatta, la passione non si dosa. Tutto è un rischio e loro sanno che rischiano di perdersi per sempre.

Ancora un po' e anche il fuoco più alto se non alimentato diventa una fiammella inconsistente....

Quando ci si innamora nei mille pensieri che ti girano in testa se ne aggiunge un altro…mille e uno. Ogni volta che passa un aereo in cielo e lascia la scia il pensiero vola lì e se cerchi di seguirla speri di incontrarlo, e rischi di tamponare l’automobile davanti. Non riesci ad addormentarti se non disegni il suo volto nella testa. Ci si sente leggeri come una farfallina che vola beata tra lo smog della città. E se anche c’è lo smog ti sembra di volare in un cielo rosa, ma un tratto quel cielo rosa che hai cominciato a respirare sembra sempre più lontano, più piccolo e ti sembra che scompiglia. Chiudi gli occhi e cerchi di ricordarti come si fa, e una lacrima ti scende e scivola sulla guancia, e quando ti passa tra le labbra il suo sapore diventa l’eco, un ricordo lontano che non puoi toccare. In quell'attimo sei volato sul traffico della città come in un gioco di un angelo . Ogni cosa ti sembrava possibile ma impossibile che fosse capitata a te, proprio in quel momento che il mondo ce l'aveva con te. Di notte ogni suono svanisce e io rimango ad ascoltare il battito del mio cuore impaurito. Quando non sei innamorato il tuo cuore, che un tempo era pieno e colmo di gioia, ora sembra un bicchiere di havana rovesciato su un bancone in uno dei peggiori bar di Caracas. Ma c’è una notte dove si può volare. Anche se cerchi di darti una risposta, anche se non sai cosa sia accaduto, certo che non ti fa male… in un angolo della tua testa te lo ricordi e ringraziando Dio, con gli occhi al cielo, ti rendi conto che non potrà più ritornare.

Sei stato un angelo sulla terra per una notte e non capita a tutti. Per un attimo hai sfiorato il paradiso…

lunedì 15 ottobre 2007

Lunedì!



la vita va presa con un sorriso...anche il lunedì.

domenica 14 ottobre 2007

...Domenica



Oggi è passata un'altra domenica...e io ho tenuto la finestra aperta, lasciando entrare il suono del pomeriggio di una domenica come tante, che come tante ha qualcosa che la rende speciale, diversa. A Roma il sole splende in una maniera particolare, illumina il cielo regalando tonalità di azzurro che non si possono vedere altrove, si rispecchia sulla mia finestra ed io rimango impalata con la faccia verso la luce. E l'aria oggi aveva un sapore diverso, frizzante. Anche l'odore aveva qualcosa di particolare, un sapore di qualcosa che finisce, una settimana, un racconto o anche una storia.

Oggi profuma di dolce attesa. Ecco perchè tengo la finestra aperta.

Ho sentito la gioia dei bambini che giocavano nel cortile, il rumore del vento che fruscia tra gli alberi oltra la ferrovia, la stessa che percorre il mio treno ogni mattina rubando la scena all'insistere volgare delle macchine su questa via trafficata di Roma.

Passi sull'asfalto.

Oggi, domenica è passata. Un pomeriggio come tanti, eppure con qualcosa di diverso.

C'è di diverso che oggi, dopo un bel po' di tempo, l'ho fatto entrare...

sabato 13 ottobre 2007

Eternal Sunshine of the Spotless Mind



Prendendo spunto dall’ultimo commento sul mio ultimo post e da uno dei miei film preferiti mi vengono in mente un po’ di pensieri confusi. E se ci cancellassimo da soli invece di aspettare che gli altri si dimentichino di noi cosa accadrebbe? Credo proprio un bel niente. Anche perché poi con il tempo ci si dimenticherebbe.

Perdersi è solo un passaggio tra il trovarsi e l'oblio.

Chi sei? Chiese . Perché non riesco a dimenticarti? Perché ogni cosa che mi parla di te mi brucia dentro e un leggero calore infervora il mio corpo per un istante? Un istante che mi fa sentire così stupido e inerme.

Mentre cerchi di guardare qualcuno che ti sta dimenticando tra di voi si frappone un muro colmo di assenze, altissimo ma anche molto sottile. Nessuno fa niente per romperlo, e man mano che passa il tempo la sua altezza si fa sempre più impressionante, e cresce anche il suo spessore. In primavera, dopo un inverno colmo di pioggia, dei petali rivestirono il muro con una coperta di fiori. L'estate seccò le foglie e lo ricoprì di salsedine. L'autunno lo colorò di giallo e di nuovo torna l'inverno di bianco. Ogni tanto si odono passi sia da una parte che dall’altra, ma il coraggio di oltrepassarlo quello non c’è. Ormai quel muro è diventato parte della nostra esistenza, c’è chi ci porta la fidanzata ad ascoltare il cinguettio degli uccellini, c’è chi piange un cuore lontano e c’è chi lo incolpa di ogni suo male. Ogni tanto una vocina ci circola nella testa…

Chi c'è dietro quel muro? Chiese. Perché non ricordi il nostro trovarsi? Perché dimentichi?Questo muro non è così spaventoso da potersi perdere.

L'oblio appoggiò la schiena contro il muro del perdersi e il trovarsi si scostò a sinistra affinché esso finalmente cadde . Quando l'attenzione dell'oblio si mitiga allora io , colui che trova, il trovarsi , combatte senz'armi e riparte scavalcando l'invecchiato e ormai debole muro che ci ha fatto perdere. Non ricordo, disse l'oblio, ma mi fido di questi petali secchi, di queste briciole di salsedine, di queste foglie e di quest'acqua che era neve. L'oblio pianse il suo muro e capì che c'era qualcuno più forte di entrambi innanzi a sé.

domenica 7 ottobre 2007

Empaticamente felice

Caro amico lontano,
stasera è una di quelle sere che vorrei ci fossi tu qui, ma non ci sei. In una tv satellitare trasmettono il concerto di Ludovico Einaudi a Villa Adriana.
Play...please




Sono passati pochi mesi, eppure mi sembra più di una vita che mi hai salutato da dietro quella "cornetta", ed io ho sorriso e ti ho detto “addio”...ma è stato più veloce il mio dito ad attaccare, come una monster 620 in accelerazione, coprendo lacrime e parole, forse è meglio così. Alcuni dei miei ricordi più felici sono legati a te, a te che guardavi nei miei ochi chiari aspettando che scoppiassi in un sorriso contaggioso ...mi mancano quei momenti. Ogni tanto mettevo il muso, per poi sbattere i miei occhioni nei tuoi e non resistevi, mi prendevi il mento tra le dita, ti avvicinavi e mi baciavi sulla fronte, come fanno i fratelli maggiori. La nostra amicizia era colma di baci e carezze, di abbracci sinceri...ed era la parte migliore. Non ti nego che alcune volte rimanevo impalata e sognante. Ci sono momenti in cui, passo dopo passo, ci capita di guardarci attorno e non vedere nessuno, sentire il fiato sempre più corto, i pensieri sempre più confusi e dopo il tramonto essere circondati da nebbia, buio e freddo.... ci capita di avere paura di non farcela, c'è qualcosa, qualcuno, che improvvisamente manca...

Ferma alla stazione...

La nostra di amicizia era strana, agli occhi di molti poteva sembrare un po' più di una semplice amicizia, una storia d'amore senza baci ...molti lo bisbigliavano, lo sussurravano, te lo mormoravano...ma non era così, e in me si tramutavano in terribili urla che rimbombavano nel silenzio.

Tempo ineluttabilmente passato...

L'ultima volta che hai pianto sulle mie ginocchia era poco prima che partissi, lei ti aveva lasciato per l'ennesima volta... appena chiuso il telefono, dopo una conversazione colma di pentimento e frasi fatte, hai percorso la strada che conduceva nel nostro posto, dove c'ero io inconsapevolmente ad aspertarti, e non ti ho chiesto niente. Siamo stati in silenzio a guardare il Tevere scorrere sotto di noi... hai atteso che asciugassi le tue lacrime, contemplando i tuoi occhi lucidi. Abbiamo cullati i tuoi ricordi e le tue parole per tutta la sera, calmandoti, coccolandoti, accarezzando i tuoi sentimenti con una piuma leggerissima e smussando gli spigoli vivi di una storia, quella con lei, che non è mai stata, fino a quel momento, come l’avresti voluta.

Esiste un solo momento meraviglioso nella vita, ed è quello che stai vivendo

Ho perso tutto come in una mano di poker.
È stata quell’ultima sera. Un cocktail di troppo, i miei occhi verdi forse erano rovinosamente troppo vicini, la tua camicia bianca profumava di promesse non mantenute e di sogni venduti a caro prezzo. Al ritorno dal mare, quella sera ho appoggiato la testa sulla tua spalla. Tu hai sorriso. Ho osservato con gli occhi socchiusi ed appannati il tuo profilo e mi hai accarezzato i capelli. Sensazioni, momenti sospesi nel tempo, noi due. Io e te... Me e te, insieme. Non noi. Me con tutto ciò che ho attorno e voglio avere ancora attorno, in armonia. Te con quello che sei, i tuoi modi di essere come sei, Non volevo fossimo un duo...ma due amici sinceri.

Sentimenti fraintesi e invidiati...



Poi nessuna parola né quella sera, né l’indomani a colazione, né tantomeno durante la tua passeggiata a pranzo. Non mi hai chiamata, nemmeno quando il buio ha invaso il mio mondo fantastico, non vedo perché avresti dovuto farlo, se non avevi niente da dirmi, se i tuoi confusi sentimenti si mescolavano a ossessionanti frasi sussurrate e gridate. Ho lasciato che le mie parole si intrecciassero alle tue bugie, alle sue scuse e paure. Per più di una volta ho aperto la rubrica e schiacciato il 9, fino a scorrere il tuo nome, anche se la mente immaginava la smorfia che avresti fatto nel leggere il mio nome sul tuo display. La stessa smorfia che ti ha sporcato il viso quando ti rivelai la mia verità, per quanto nuda e scomoda, solo la verità.

l'essenziale è invisibile agli occhi

Tu non c'eri, anche quando ho cercato rifugio, tu non c'eri. Ora da sola alla stazione, lontano da sguardi e parole, in silenzio, come se ormai fosse tardi per dirsi qualsiasi altra cosa ed in ogni lacrima che viene giù c’è scritto “avrebbe potuto essere diverso…”
Avrebbe. Ma non è così. La nostra è rimasta e rimarrà un’amicizia i cui contorni ora si sfumano con il cielo chiaro fino a sera...E poi Roma, così caotica, confusionaria, frettolosa, capricciosa e appiccicosa non ti sarebbe piaciuta, non ti è piaciuta. Non ti sarebbe piaciuta perché mi somiglia troppo. Non ti sarebbe piaciuta perchè sei innamorato del mare.

Ora si sta facendo tardi, in tutti i sensi... Quando queste righe si amalgameranno con la marea dei blog, forse, spero, che ti porrai tante domande... ma già da ora so di non poterti dare risposte. Pensando a te ti sento vicino alla felicità, quella tanto agognata, sospirata, sperata e sognata. E sono empaticamente felice per te. Sii felice come lo sono io, per i sorrisi, le parole, ed i giorni passati insieme e non. Le domande lasciamole alla prossima vita, ora che a questa non ho più niente da chiedere...Ora che questa mi chiede indietro più di quello che mi immaginavo. Ai piedi di Costantino ci sono ancora, ci sarò domani, forse dopodomani...forse sotto forma di un Angelo.

Quando vorrai, se vorrai, sai dove trovarmi...

Così Lontani

La notte. Ultimamente è diventata la mia migliore amica. Da sola, con la luce del monitor e la luce della luna che filtra tra le persiane. E' un po' di tempo che la trascuro, non le rivolgo lo sguardo. Eppure quest'estate passeggiavo ore sotto di lei con le onde del mare che accarezzavano i miei piedi, con i sandali tra le mani. Mi basta poco per illuminare un dolce ricordo, l'elemento naturale che apre la porta del tempo.



Quando sei innamorato guardi sempre le stelle, la luna...cerchi sempre il cielo. Durante il giorno, la notte, la luce tra gli alberi, i folletti ti accompagnano, ti senti in contatto con l'universo presente e non, lo sguardo si perde verso l'infinito dell'orizzonte. Il tuo pensiero scopre i confini del tempo. Proprio lui, mentre guardavo il mio orologio, abbandonato nella parete dietro la scrivania, nascosto tra le pile dei libri. E' un po' che non mi preparo per un appuntamento, ormai rinvio anche quelli di lavoro. E' come se il tempo si fosse fermato.
Ci vuole più luce.
Accendo la lampada rossa sulla cassettiera. La sua calda luce inonda la stanza e copre quella della luna, dissolve i ricordi, illumina ogni oggetto reale, le cose del mio presente...coperte da una polvere invisibile. Ci sono anche gli schizzi del mio ultimo progetto, sono settimane che ci lavoro, sono settimane che aspettano di vederlo in laboratorio. Dove andrà a finire? Ancora non lo so.

Una luce più forte...questo ci vuole.

venerdì 5 ottobre 2007

A Dream is a Wish Your Heart Makes

Sono cresciuta con le favole...e questa è la mia preferita. Non sono capace di smettere di sognare...

mercoledì 3 ottobre 2007

Bon bon

Ed eccomi, distesa sul letto con il volto riverso al balcone, mi copro con il piumone...dalla finestra la luce delle stelle mi ricopre e fa risplendere i miei capelli biondi. In questi momenti mi sento una piccola dea. I miei pensieri si rivolgono al passato, e tutto ciò che resta sui bordi dell'anima è il sapore di un amore lontano. Perchè l'amore resta, il tempo passa, tutto il resto evapora dalla vita, mentre lui resta insistente e irriducibile.

Sono soprattutto le piccole cose a mancarmi, il trillo del telefono...Perchè non aveva più chiamato? Non c'è niente di peggio che addormentarti con questi pensieri che galleggiano nella testa. E' strano ma ricordo ogni piccolo sms. Ogni giorno un verso nuovo e parole carezzevoli. Uno dopo l'altro, come piccoli bon bon di cioccolato...piccole praline che ti danno una carica incredibile durante la giornata.
Dopo, quando quei messaggi non ti arrivano più, l’astinenza è terribile.
E anche oggi è finita un'altra giornata, frenetica, alienante. Mi strucco e l'unica cosa che traspare nello specchio del bagno è il mio sguardo triste...
ma non c’è tempo per pensare, né per sognare...
Meno che mai per amare...

lunedì 1 ottobre 2007

La storia si ripete

La Luna. E' lei che ci sorprende, che ci illumina in queste notti, nelle notti speciali e non. La sua luce ci investe, ci prende per mano e ci accompagna, ci coccola... A volte ci si sente così anche mentre si guida, con le mani sul volante per rientrare a casa. Così si è sentita Lina l'altra sera, mentre percorreva lentamente il "lungolago", passando sotto il castello. Pensava se quella sera non avesse esagerato, con i suoi silenzi maliziosi, l'ascoltare la melodia della voce di Gianni, se avesse potuto l'avrebbe ascoltato per tutta la sera...anche senza proferire parola. Ogni tanto arricciava il naso mentre rispondeva alle sue domande...tutti questi ricordi, adorabili sensazioni , sono solo momenti di una serata perfetta, anche nel saluto con le mani nelle mani, un gesto spontaneo, inconsueto e imprevedibile. Si stava innamorando, ma non lo sapeva. Quando l’amore ti manca tu lo cerchi e lo vedi ovunque, hai le allucinazioni come un assetato in pieno deserto, ovunque potrebbe esserci l’oasi che cerchi.


Ma archiviare quella serata come si farebbe con un’allucinazione, no, proprio non si poteva proprio non si doveva. Ma Gianni non si è fatto più sentire, ferito da una frase detta male... Solo ora, ora che non c'è più, finestrino aperto, aria frizzante nei polmoni e un sospetto Amore nel cuore. Non si riesce a pensare ad altro.
Ora...
Ora che non c'è più.