mercoledì 6 febbraio 2008

"Don Giovanni" di Byron

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Si avvicinarono le loro labbra e si fusero in un bacio. Un lungo bacio di giovinezza ed amore e beltà, in cui confluì tutto, come i raggi in un fuoco acceso in cielo. Tali baci appartengono ai primi giorni, dove il cuore e l’anima e i sensi si muovono di comune accordo, il sangue è lava e il polso una vampa. Ogni bacio è un batticuore poiché la potenza del bacio penso debba essere calcolata dalla sua lunghezza. Per la lunghezza intendo la durata.

Il loro proseguì… il cielo sa quanto.

Non c’è dubbio che non lo misurarono, e se lo avessero fatto non avrebbero potuto ottenere la somma delle loro sensazioni in un secondo.


Non avevano parole ma si sentirono attratti come se le loro anime e le labbra si fossero invocate e una volta unite come sciamanti api si avvinsero i loro cuori, essendo i fiori da cui sgorgava il miele.


Erano soli, ma non soli come coloro che chiusi in camera si considerano in solitudine.

L’oceano silenzioso, la baia illuminata dalle stelle, lo splendore del crepuscolo che ogni momento calava, la muta sabbia e le goccianti grotte che si estendevano intorno a loro, li fece stringere l’uno a l’altra, come se non vi fosse vita sotto il cielo eccetto la loro e come se la loro vita fosse immortale.


Non temevano ne occhi ne orecchie su quella spiaggia deserta, perduti l’uno nell’altro, non percepivano terrori notturni, sebbene il loro colloquio fosse fatto di parole spezzate, per essi era un idioma. E tutti gli ardenti linguaggi insegnati dalle passioni trovavano in un sospiro l’interprete migliore dell’oracolo della natura muta.


Il primo amore, tutto ciò che Eva ha lasciato alle sue figlie, dopo la caduta.

3 commenti:

pOpale ha detto...

Che bella la foto è perfetta per questo post

Thirthy ha detto...

Grazie PopAle, è quello che ho pensato anch'io l'altra mattina!!

AndreA ha detto...

...un bacio...

A presto!! :-)