giovedì 1 novembre 2007

Rosa rossa

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Domani è il giorno della commemorazione dei defunti. Bisognerebbe andare al cimitero a trovare chi non c'è più, che però rimane ancorato nei nostri cuori, respiro dopo respiro. Ma a me non mi è mai piaciuto andare al cimitero. Tutto quel silenzio, quel surreale scorcio dove tutto sembra fermarsi, quell'odore di incenso, particolare e forte, che ti entra dentro e semina tristezza. Non mi piace. La prima volta che andai, non ressi alla vista della tua foto lì su una lapide, e mi misi a correre. Più correvo e più il dolore e la sensazione di rifiuto e negazione salivano. Quell'istante ancora è perfettamente vivo nella mia testa, è acuto nelle mie orecchie. Il vento tra i capelli, le lacrime che scendevano in silenzio sul viso e che solcavano il cuore.

Oggi ho comprato una rosa, un bocciolo di rosa rossa. Oggi sono venuta per donartela.

E così ho fatto. Le scale interminabili, il silenzio. Ci sono cose in un silenzio che non mi aspettavo di trovare. Sono arrivata, lì proprio sotto di te, a Prima Porta, guardavo in terra in cerca di orme lontane, guardavo le mani sudate, e il bocciolo della rosa...mi sono fatta coraggio e sono salita fino a te, di nuovo ho incrociato il tuo sguardo, sempre felice, e in un secondo ho rivisto me, quel giorno, quelle scale, i miei occhi, la mia fronte con il tuo sapore ancora stampato, il mio naso ghiacciato tra le tue mani, i se, i ma, i perchè...Tutto in un solo istante. Uno tsunami di ricordi che hanno riscaldato il cuore. Sono rimasta lì immobile, da sola, avvolta dal tuo calore, dal calore del tuo ricordo. Sono rimasta così di fronte alla tua tomba, alla tomba di chi ha lasciato un vuoto enorme nella mia vita che non voglio colmare. Rimarrà così, pieno dei nostri ricordi, della tua vita e della tua linfa eterna. Sono tornata a casa con il nostro libro delle favole ancora tra le mani, che ora leggo da sola.

Ti voglio bene nonno.

3 commenti:

Baol ha detto...

"come la porpora che infiamma il mattino
come la lama che scalda il tuo cuscino
come la spina che al cuore si avvicina
rossa così è la rosa che porto a te"
Vinicio Capossela

Dyo ha detto...

Leggendo le tue parole mi è venuto un nodo in gola, perchè anch'io, al cimitero, devo impormi di non darmela a gambe. Ma non è paura, o vigliaccheria: è solo lo sgomento che provo di fronte all'idea che quei corpi siano, probabilmente, solo le "bucce", senza essenza, di quello che non ci appartiene più.

Anonimo ha detto...
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