mercoledì 9 luglio 2008

Il Cedro del Libano


Ti immaginavo, come un giovane Cedro del Libano. Un giovane albero, avuto in dono da mani generose e piantato nella Terra. Nell'angolo più accogliente e illuminato della mia Terra. Avrei atteso di vedere la tua corteccia farsi spessa, le tue foglie mutare al verde scuro e allungarsi, la tua figura slanciarsi verso l'alto. Avrei visto aprire il tuo mirabile ombrello di foglie e assumere la tua spettacolare, rassicurante forma. Avrei atteso, si. Con trepidazione, con attenzione, con tenera dedizione, avrei atteso. Senza fretta, senza maledire mai un solo giorno, tra quelli che ti avrebbero visto crescere un pò più lentamente del previsto. Avrei avuto cura di tenere lontano gli animali molesti, quelli che scavano buche, quelli che minacciano il tronco. Avrei badato che nulla avesse sfidato la tua presenza. Mi sarei accertato che ogni goccia della tua linfa avesse fluito liberamente, dal cuore della terra verso l'alto delle tue sensibili foglie. Avrei pregato, perchè avesse piovuto quanto basta. Quanto basta. Avrei voluto in cambio solo il tuo splendore.

Quel tuo sostare li, nella mia Terra.

Ombra che mi salva e nulla più...

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