Ma se la Marini, per voi maschietti, è obesa. La Falchi è troppo finta...la Schiffer è racchia, spiegatemi com'è possibile che qualcuno della sfera maschile mi rivolga anche solo la parola!
Sarà come dice Gaber: «Ognuno ha l'infinito che si merita».
Una sconfitta.
Ho in bocca il sapore amaro dell’illusione. Forse è più la consapevolezza della disillusione. O anche la l’illusione di una riuscita fallita, o di una emancipazione mai avvenuta, e ancora l'illusione di un benessere insano. O forse è solo disillusione.
Disillusione
Parole mai dette e sensi di colpa pesanti che ti pendono sulla testa, per poi sentirli un giorno si e un giorno no. Ho represso il dolore, provocando altro dolore soffro piango taccio e mi arrendo. Ma resto concreta e disillusa, conscia che qualsivoglia sprazzo di desiderio è destinato a infrangersi contro un muro di basalto, ottusamente, ciclicamente, cinicamente ostinata, con sdegno, con impeto.
Come onde contro una scogliera.
Sono disillusa e concreta quando sistemo i 50 cent nella taschina dei miei jeans. Sono ferma e distaccata. Illusa, inequivocabilmente chiara e distinta, mentre l'odore di fiamme impazzite mi penetra nelle narici. La senti? la costante D, la Demolizione Definitiva del mio voto di Disillusione. D come destino. D come drago rosso. D come dinamismo... Disastro, Decadenza, Donna, Duello, Dannazione, Durevolezza, Danno, ma fondamentalmente....Desiderio.
Il Duello è appena cominciato, e ha già fatto abbastanza Danni. Abbandona il campo, contro il Drago Rosso non hai vie di fuga. E' una lotta continua...ti avvinghia e ti inebria con le sue fiamme intermittenti. Stringi gli occhi, Donna, sei solo un altra porzione di cellule vive...la risposta è un incognita...ma forse è solo un gioco.
illusa
"e d’un tratto tutto si fece buio, le ombre si distesero fino a perdersi nella notte quando il bambino prese per mano il vecchio e gli chiese “Dio piange come noi?”. Intanto le prime gocce iniziavano a scendere, l’odore della pioggia si alzò diventando respiro, mentre il vecchio stringendosi nel cappotto rispose “Dio piange spesso, io lo credo, solo che noi non possiamo saperlo. è come questa pioggia, te ne accorgi solo quando ti bagna.”
Anche l’uomo è come la pioggia, ci accorgiamo degli altri solo quando ci incontriamo, solo quando ci scontriamo con loro. Proprio come la pioggia siamo contingenti, accessori accidentali. Siamo pioggia e come pioggia passeremo finché altra pioggia non verrà a lavare via ogni cosa. Vorresti muoverti ma sai che se ti muovi ogni cosa, comunque andrà, sarà diversa sarà altro e ti ritrovi a guardare la pioggia cadere, altre gocce segneranno il tuo viso e sai che altra pioggia cadrà ma “non può piovere per sempre”.
o no?
Ti immaginavo, come un giovane Cedro del Libano. Un giovane albero, avuto in dono da mani generose e piantato nella Terra. Nell'angolo più accogliente e illuminato della mia Terra. Avrei atteso di vedere la tua corteccia farsi spessa, le tue foglie mutare al verde scuro e allungarsi, la tua figura slanciarsi verso l'alto. Avrei visto aprire il tuo mirabile ombrello di foglie e assumere la tua spettacolare, rassicurante forma. Avrei atteso, si. Con trepidazione, con attenzione, con tenera dedizione, avrei atteso. Senza fretta, senza maledire mai un solo giorno, tra quelli che ti avrebbero visto crescere un pò più lentamente del previsto. Avrei avuto cura di tenere lontano gli animali molesti, quelli che scavano buche, quelli che minacciano il tronco. Avrei badato che nulla avesse sfidato la tua presenza. Mi sarei accertato che ogni goccia della tua linfa avesse fluito liberamente, dal cuore della terra verso l'alto delle tue sensibili foglie. Avrei pregato, perchè avesse piovuto quanto basta. Quanto basta. Avrei voluto in cambio solo il tuo splendore.
Quel tuo sostare li, nella mia Terra.
Ombra che mi salva e nulla più...
Molte volte mi trovo a domandare perchè certe, determinate, cose accadano. A volte perchè le facciamo succedere noi, a volte è qualcun'altro che le fa accadere per noi...molte volte è il Caso. Ma esiste il caso? Il caso non è altro che un concorso di circostanze, alcune le cerchiamo altre meno, le altre le attribuiamo, con pazienza, agli altri. Anche gli eventi naturali sono prodotti da qualcosa, da meccanismi messi in moto da qualcuno o da qualcosa. Per esempio uno sciatore scriteriato può innescare una slavina, un disboscamento speculativo può causare uno smottamento, un esperimento nucleare può determinare crolli sotterranei e quindi terremoti. Wuante volte da bambini ci hanno detto che una farfalla che batte le ali a Samarcanda è la causa del raffreddore di un maestro di Caracas che si becca sull'autobus che lo porta a scuola...beh forse non tutti.La cosa che mi fa sorridere è che ho notato che man mano che si cresce le cose succedono inversamente proporzionalmente all'età. Quando si è "giovani" ci succedevano tante cose e molto più significative...ora sono un po' rallentate. Avrò raggiunto quella certa età? Da "giovane" avevo tante vicessitudini che ero sempre di corsa, dormivo poco. Certi giorni erano talmente incalzanti che la sera piangevo per la stanchezza!Adesso invece chissà dove sono andate. Per succedere, le cose, succedono; ma succedono più agli altri che a me. Eppure mi pare di non avere mai smesso di mettercela tutta per farle succedere, ma si vede che non basta più, non come una volta. E' come se le cose che mi succedono, ormai sempre meno e sempre più insignificanti, fossero solo quelle che faccio succedere io stessa; è come se gli altri non mi vedessero neanche, o si fossero dimenticati di me, di mandarmi le conseguenze delle loro azioni perché diventino cause che mi riguardano, di intervenire anche da Samarcanda per portare novità e cambiamenti nella mia vita. Ogni mattina mi alzo e mi dico: "Oggi faccio succedere qualcosa.
Ma cosa?"
E mi metto anche io a battere le ali, come quella farfalla.
"Ascolta il tuo cuore...conosce tutte le cose"