Giorno dopo giorno, passo dopo passo e soprattutto anno dopo anno, rinasco dalle mie sconfitte, inondo di ironia i passi falsi, come se fossero finte pareti, quei quadri che sembrano veri. Due sguardi al passato ed uno al futuro... tra le catene di un’altalena che oscilla trascinandomi con sé... il silenzio, condizione essenziale per pensare... uno se le immagina così ogni volta che è arrivato all'attimo cruciale, che sta per cedere e sa che da quel momento in poi tutto cambierà.
Abitudini, comportamenti, pensieri, belli o brutti, in quel momento non importa, tutto cambia a favore di quel sorriso che compare subito dopo essersi buttati a capofitto. Tutto è stato importante, anche se non tutto è stato vissuto. Quasi niente anzi. Qualcosa che puoi avere o non avere, qualcosa che ti sceglie o che si fa cercare, un sentimento omogeneo. Pago le conseguenze di questa ignoranza, felicemente, recuperando tutto il tempo perduto che posso, lottando senza trovare le parole adatte per spiegare questo mio vivere un po’ fuori dalle emozioni che non è distacco ma è pura vita. C’è un’assenza di suoni, una striscia di parole che manca all’appello. Adesso penso sia qualcosa che non conosco. La prima cosa che ho fatto da sempre, quando è arrivato il mistero e la novità è stato girare gli occhi altrove e impaurirmi. Ora cambio le carte in tavola sapendo già che tutto questo è banale e incomprensibile. Forse c’è una stagione per ogni cosa, una morte degna per ogni parte di te che decide di scadere.
Forse questa è la stagione della vita e dell’amore.